Il latte non è per noi

Il Latte ? È carne liquida!

Molte persone sono convinte che il bere latte, il mangiare formaggi non sia crudele, in fondo, pensano, gli animali non vengono uccisi! E in fondo, credono, il latte della mucca viene comunque dato al vitellino, “che male facciamo se ne prendiamo un poco anche per noi?”
Purtroppo non è così ed anzi l’industria del latte è forse anche più crudele e spietata di quella della carne. Nel mondo vengono allevate 225 milioni di mucche da latte; nelle pubblicità in televisione vediamo placide mucche brucare serene su prati splendidi in fattorie bellissime, la realtà è drammaticamente diversa: le vacche da latte sono chiuse spesso in capannoni dentro i quali hanno a disposizione uno spazio piccolissimo, in molti casi non possono mai stendersi, non vedono mai il sole.
In molte nazioni anche quelle allevate all’esterno non se la passano meglio, chiuse in recinti senza coperture, senza erba, immerse nelle loro deiezioni (i recinti sono puliti 2 volte l’anno). Le mucche da latte vengono fecondate artificialmente, infatti si può ottenere il latte soltanto se esse partoriscono il vitellino.
Per ottenere una produzione superiore a quella naturale viene loro somministrato l’ormone ricombinante della crescita bovina: un ormone che permette una produzione di latte 10 volte superiore a quella che avverrebbe in condizioni normali.
Gli animali non vengono nutriti con erbe fresche, ma con insilati: erbe fermentate e pastoni iperproteici a base di soia e di semi oleosi, date le condizioni in cui sono tenute nei capannoni, sempre umidi, sempre in piedi, costrette a sopportare il peso abnorme delle loro mammelle, si ammalano spesso alle zampe ed alle ossa.
Per via dei macchinari che le mungono contraggono dolorose infiammazioni alle mammelle (mastiti) ma, per risparmiare sul veterinario, si preferisce imbottirle preventivamente di antibiotici.
Una volta che hanno partorito alle mucche da latte subito viene levato il vitello: è uno shock tremendo per madre e cucciolo. Il vitellino viene rinchiuso in box minuscoli affinché non possa sviluppare una muscolatura vigorosa e la sua carne, così, risulti più tenera. Al piccolo non viene dato nemmeno una goccia di latte materno, bensì surrogati che sono di bassa qualità e lo rendono anemico (così si viene incontro anche al gusto del consumatore che vuole vedere la carne di vitello bianca/rosata). Il piccolo trascorre tristi mesi rinchiuso in uno spazio angusto, anch’esso imbottito di farmaci e di cibo scadente, poi raggiunto il peso standard, viene ucciso. I piccoli che non raggiungono per qualche motivo il peso giusto, che restano più magri, vengono subito macellati.
Alla madre non va meglio: una volta partorito il ciclo riprende più e più volte, fino a che l’animale, ormai sfinito, ammalato, zeppo di farmaci viene ucciso. Una vacca in natura può vivere sino ai 20, 30 anni: noi uccidiamo le mucche da latte dopo 4 anni.
Dopo averle sfruttate e tormentate per produrre latte anche i loro ultimi istanti sono spesso degni di un film dell’orrore: in Inghilterra si è scoperto, in seguito ad una indagine di una Associazione di Tutela Animale, che le bestie da latte erano talmente sfinite che non riuscivano a tenersi in piedi, allora, per costringerle a muoversi verso i camion, che le avrebbero portate al macello, venivano pungolate, infilzate negli occhi, prese a calci, a bastonate, perfino trascinate dalle macchine e ancora vive, con un gancio legato al garretto.
Per questo diciamo che il latte è carne liquida. Un alimento che non solo non ci serve, siamo l’unica specie che beve latte anche dopo lo svezzamento e per di più beve il latte di altri animali, ma in realtà fa male a tutti: fa male a noi poiché come la carne contiene grassi, può favorire l’insorgere di obesità, malattie cardiache, malattie endocrine; fa male agli animali: per ottenerlo migliaia di madri vengono sfruttate e migliaia di cuccioli uccisi.

(Tratto dal volantino changing La Spezia)

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